CUORE DI TENEBRA
Nel cuore di Napoli l’enigma s’intreccia con l’opera d’arte. Mi riferisco alla Cappella Sansevero, uno dei più straordinari monumenti che l’ingegno e la creatività umana abbiano mai concepito. L’artefice geniale di quest’opera unica fu il principe Raimondo de Sangro, un filosofo di spiritu, di amabilísimo e dolcissimo costume, uno dei perfetti filosofi se non fosse pe il difetto di aver troppa fantasia, così lo ricorda Antonio Genovesi, gigante del pensiero settecentesco. Una fantasia e un’inventiva certamente non comuni.
Dal Cristo Velato, prodigiosa tessitura del velo marmoreo, alle sorprendenti macchine anatomiche, su cui s’interrogano studiosi di tutto il mondo, la Cappella si rivela come uno straordinario contenitore d’arte creando qui un’atmosfera unica, un po’ fuori del tempo.
Sono tanti i personaggi ilustri che da sempre tramandano nelle loro opere il fascino di questo tempio all’immaginario collettivo. Come Antonio Canova che avrebbe dato dieci anni di vita pur d’essere lo scultore del Cristo Velato, poeti come Salvatore di Giacomo, letterati come il marchese de Sade, scultori come Luigi Capuana, tutti rapiti dall’incanto di questo tempio. Ma anche il tempo presente dedica al mito opere e luoghi della Cappella Sansevero. Ricardo Muti sceglie l’immagine del Cristo per la copertina del suo Requiem di Mozart, il regista Werner Herzog ne coglie la scenografia ideale per ambientare alcune represe del suo film dedicato a Gesualdo da Venosa, il grande scrittore argentino Héctor Bianciotti parla di “sindrome di Stendhal” al cospetto del Cristo Velato…
E noi, viaggiatori perplessi, inconsapevoli della nostra fortuna, possiamo raggiungere questo cuore di tenebra che palpita a poche ore di casa.
Bibliografía: Museo Cappella Sansevero, a cura di Fazio Macci
Per approfondire:
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Maradona -
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